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Il Blog della Società Italiana di Tossicologia (SITOX) è dedicato sia ai Soci della Società che ai cittadini tutti, indipendentemente dal grado di competenza nelle materie tecnico-scientifiche. In questo blog si ritroveranno informazioni aggiornate, indipendenti e certificate relative a stili di vita, alimentazione, ambiente, ed impatto sulla salute della popolazione delle sostanze a cui è esposta.

Tutti i contenuti pubblicati sono frutto della collaborazione dei membri del gruppo Comunicazione della SITOX con Esperti selezionati in base alla tematica da affrontare.

24 luglio 2019 - Integratori, nutraceutici e cosmetici
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Caldo torrido e spossatezza: se consumi caffeina e energy drink segui questi consigli

La caffeina è una sostanza consumata dall’uomo ormai da lungo tempo, presente in quantità considerevoli in parti di diverse di piante come chicchi di caffè e cacao, foglie di tè, bacche di guaranà e noce di cola. Ma anche in dolci, gelati, farmaci, integratori alimentari, dimagranti, perfino cosmetici e nei famosi energy drink, assieme a taurina e d-glucuronolattone. Quali sono le dosi massime da non superare, per non correre rischi per la salute, secondo gli esperti? Dipende dall’età, dal sesso e molti altri fattori. Ecco quello che sappiamo, in questa piccola guida redatta della Società Italiana di Tossicologia (SITOX).

Dal punto di vista chimico la caffeina (1,3,7-trimetilxantina) è un alcaloide e, assieme alla teobromina e alla teofillina, fa parte del gruppo delle xantine. Quest’ultime, così come le solanine e gli alcaloidi pirrolizidinici, se ingeriti in grandi quantità, cioè a dosi elevate, hanno la potenzialità di rappresentare un rischio per la salute della popolazione.

Oltre ad essere consumata soprattutto sotto forma di infuso o percolato a pressione, la caffeina è presente in una serie di alimenti come dolci, gelati, bevande a base di cola e, anche insieme ad altri ingredienti come la taurina e il d-glucuronolattone, in bevande energetiche. Inoltre, viene aggiunta anche in alcuni integratori alimentari dimagranti e in alcuni farmaci e cosmetici.

Per quello che riguarda il metabolismo, la caffeina, assunta per via orale, viene assorbita rapidamente e completamente nello stomaco e nell'intestino tenue. Si distribuisce rapidamente nei tessuti, attraversando anche la barriera ematoencefalica e la placenta. Negli adulti, l’emivita della caffeina, ovvero il tempo che l’organismo impiega a eliminare il 50% della caffeina, varia dalle 3 alle 5 ore in quanto dipende da diversi fattori quali l’età, il peso corporeo, l’assunzione di farmaci e lo stato di salute del fegato.

Il principale metabolita della caffeina è la paraxantina (1,7-dimetilxantina) che rappresenta l’80% dei suoi metaboliti. Essa aumenta la lipolisi e quindi porta ad una maggiore concentrazione di acidi grassi e glicerolo nel sangue. La teobromina è il secondo metabolita della caffeina, in termini quantitativi (10%), ed è anche l’alcaloide maggiormente presente del cacao. Il suo effetto principale è quello vasodilatatorio.

La teofillina invece rappresenta il 4% dei metaboliti della caffeina e l’effetto principale è il rilassamento della muscolatura liscia dei bronchi, infatti, per questo motivo viene usata (naturalmente in dosi molto più alte rispetto a quelle assumibili con la caffeina) nel trattamento dell'asma. Sia la teobromina che la teofillina hanno effetto diuretico.

La caffeina è la sostanza psicoattiva più consumata al mondo. Il suo consumo stimola il sistema nervoso centrale e, a dosi moderate, aumenta la lucidità mentale ed è in grado di combattere il sonno e la stanchezza. Tuttavia, come tutte le sostanze psicoattive, presenta effetti collaterali da non sottovalutare.

I principali effetti della caffeina su adulti e bambini coinvolgono:

·         il sistema nervoso centrale portando a sonno interrotto, ansia e variazioni del comportamento.

·         il sistema cardiovascolare con stimolazione cardiaca e aritmie.

·         la muscolatura liscia con broncodilatazione e ridotta resistenza vascolare.

A lungo termine il consumo eccessivo di caffeina è stato associato a problemi cardiovascolari e in donne gravide, a un ridotto sviluppo del feto.

Nel maggio 2015 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato un parere scientifico sulla sicurezza della caffeina dove si fa una stima dei quantitativi di assunzione a dose singola e quotidiana che non diano adito a problemi in termini di sicurezza.

Per calcolare i livelli di consumo l'EFSA ha utilizzato un sondaggio condotto nel Regno Unito che conteneva informazioni sulle concentrazioni di caffeina rinvenute in 400 campioni di tè e caffè. Dopodiché si è fatto ricorso alla banca dati EFSA sui consumi di alimenti per calcolare l’assunzione di caffeina tramite cibi e bevande. La banca dati contiene dati desunti da 39 indagini effettuate in 22 Paesi europei su 66.531 partecipanti.

Sulla base dei dati disponibili l’EFSA ha stabilito che dosi singole di caffeina fino a 200 mg, circa 3 mg per kilogrammo di peso corporeo (calcolato per un adulto di 70 kg) da ogni fonte non destano preoccupazioni in termini di sicurezza per la popolazione adulta e sana in generale. Invece l’assunzione giornaliera di caffeina fino a 400 mg (circa 5,7 mg/kg pc al giorno) non pone problemi di sicurezza per gli adulti sani, fatta eccezione per le donne in gravidanza e quelle che allattano al seno in quanto non dovrebbero superare i 200 mg al giorno, da ogni fonte.

Va ricordato che ci sono grosse differenze tra i Paesi e all’interno dello stesso Paese per quanto riguarda il contributo delle diverse fonti alimentari.  Nella maggior parte dei paesi la fonte predominante di caffeina per gli adulti è il caffè, invece in Irlanda e Regno Unito la fonte principale risultata essere il tè. Nella maggior parte dei Paesi il cioccolato (che comprende anche le bevande a base di cacao) è la fonte principale di caffeina per i bambini dai3 ai 10 anni, seguito da tè e bevande alla cola.

A parte le abitudini culturali, un motivo delle differenze nei livelli di consumo è la concentrazione variabile di caffeina riscontrata in alcuni prodotti alimentari. Le concentrazioni nelle bevande a base di caffè dipendono dal processo produttivo, dalla varietà di chicchi di caffè usati e dalle modalità di preparazione (per es. caffè americano, espresso). I livelli riscontrati nelle bevande a base di cacao variano a seconda della quantità e del tipo di cacao usato dalle varie marche.

Sebbene sia difficile stabilire con precisione quanta caffeina c’è nei diversi tipi di cibi e bevande, ci si può servire della seguente guida per aver una stima del consumo giornaliero:

·         Un espresso (60ml), 80mg di caffeina

·         Una tazza di caffè americano (200ml), 90mg

·         Una tazza di tè (220ml), 50mg

·         Una normale lattina di coca-cola (355ml), 40mg

·         E Una barretta di cioccolato fondente (50g), 25mg

·         Una barretta di cioccolato al (50g), 10mg

·         Una normale lattina di “bevanda energetica” (250ml), 80mg

In quest’ultima, come già ricordato, la caffeina è presente in combinazione con la taurina e il d-glucuronolattone (sostanze chimiche prodotte naturalmente nel corpo umano e presenti in alcuni alimenti). Per tutte e due le sostanze, il NOAEL (No Observed Aderse Effect Level o Dose senza alcun effetto osservato) è di 1000 mg per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Secondo l’EFSA il consumo di taurina e di d-glucuronolattone a concentrazioni normalmente presenti in una lattina di 250 ml, rispettivamente 500 mg (8,3 mg/kg di peso corporeo/giorno per una persona di 60 kg) e 300 mg (5,0 mg/kg di peso corporeo/giorno) non desta preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza.

Bibliografia:

https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/j.efsa.2015.4102

https://pubchem.ncbi.nlm.nih.gov/compound/Caffeine#section=Tissue-Locations

https://www.efsa.europa.eu/en/topics/topic/caffeine

https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/j.efsa.2009.935

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