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Il Blog della Società Italiana di Tossicologia (SITOX) è dedicato sia ai Soci della Società che ai cittadini tutti, indipendentemente dal grado di competenza nelle materie tecnico-scientifiche. In questo blog si ritroveranno informazioni aggiornate, indipendenti e certificate relative a stili di vita, alimentazione, ambiente, ed impatto sulla salute della popolazione delle sostanze a cui è esposta.

Tutti i contenuti pubblicati sono frutto della collaborazione dei membri del gruppo Comunicazione della SITOX con Esperti selezionati in base alla tematica da affrontare.

2 ottobre 2019 - Sostanze chimiche
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Formaldeide: cosa è, dove si trova e quali rischi comporta per la salute

A temperatura ambiente, la formaldeide è un gas incolore, infiammabile e dall’odore pungente. Viene chiamata anche aldeide formica o metanale e in soluzione acquosa al 37% è commercialmente nota con il nome di formalina.

Grazie alla sua una potente azione battericida viene utilizzata per assolvere a molteplici funzioni in numerosi ambiti, soprattutto dalle realtà sanitario-industriali.

In ambito ospedaliero le soluzioni di formaldeide vengono utilizzate per la conservazione e il trasporto di materiali biologici prelevati durante interventi chirurgici e/o biopsie e per la fissazione di tessuti in anatomia patologica. Infatti è il fissativo per eccellenza dei tessuti prelevati per diagnosi anatomopatologica in quanto mantiene inalterata la morfologia cellulare e l’architettura del tessuto.

In ambito industriale la si impiega nella produzione di alcuni tipi di resine, come quelle usate per l'isolamento, per il truciolato e il compensato di legno. Inoltre è presente nelle tappezzerie, nelle moquette, nei tessili sottoposti a trattamenti antipiega e in altri prodotti per la casa come le colle e le vernici. Anche il corpo umano ne produce piccole quantità, così come le piante e gli animali. Inoltre, la formaldeide è un sottoprodotto della combustione (fumo di sigaretta, incensi, profumatori per la casa e gas alimentare).

Grazie alla sua volatilità, la via di esposizione principale è quella respiratoria (90%), solo una piccola percentuale viene assorbita per via cutanea.

Gli effetti tossici sono dovuti principalmente alla sua elevata solubilità in acqua e si manifestano con irritazione agli occhi, alla gola, alla mucosa del naso e delle vie aree superiori.

La formaldeide, classificata come un irritante primario, è uno degli agenti maggiormente implicati nella Sindrome dell'edificio malato (Sick Building Syndrome) che si manifesta con un quadro clinico aspecifico che insorge dopo alcune ore di permanenza in un determinato edificio e si risolve in genere rapidamente, nel corso di qualche ora dopo l'uscita dall'edificio o di qualche giorno (nel caso dei sintomi cutanei).

Essa, infatti, può indurre anche dermatiti allergiche dopo un continuo contatto con la pelle in presenza di acqua.

La formaldeide ha un'emivita plasmatica di circa 1,5 minuti. La maggior parte viene convertita in anidride carbonica (CO2) ed eliminata attraverso i polmoni. Una piccola parte invece viene metabolizzata in sali di formiato ed altri metaboliti ed eliminata con le urine.

Nel 2004 la formaldeide è stata classificata dallo IARC tra i composti del gruppo I (sostanza cancerogena per l'uomo) collegandola con il tumore naso-faringeo, effetto causato dopo esposizione cronica al gas, a dosi irritanti, derivante da un fenomeno infiammatorio che esita nell'effetto neoplastico.

Essendo un agente con probabile azione cancerogena locale è raccomandabile un livello di concentrazione il più basso possibile. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 1987, ha fissato un valore guida per l'aria indoor di 0,1 mg/m3 (0,1 ppm) come concentrazione media di esposizione in 30 minuti. A concentrazioni comprese tra 0,03 ppm e 1,2 ppm è possibile rilevarne l’odore e già si possono avere delle lievi irritazioni oculari, invece a 2-3 ppm produce irritazioni alla gola e al naso, a 4-5 ppm risulta intollerabile per la maggior parte delle persone.

La formaldeide è prevalentemente presente negli ambienti confinati rispetto all'esterno. Le fonti emissive principali per l'outdoor sono il traffico veicolare e le emissioni industriali e artigianali, mentre per l'indoor sono principalmente il mobilio in truciolato, l'arredo e il fumo di sigaretta. Generalmente negli ambienti confinati i livelli sono compresi tra 0,01 e 0,05 ppm, concentrazioni che possono aumentare dopo interventi edilizi o acquisto di nuovi arredi.

È importante non solo una buona ventilazione (diluizione della concentrazione della formaldeide) ma anche l'utilizzo di dispositivi di condizionamento dell'aria o deumidificatori per mantenere moderata la temperatura e ridurre i livelli di umidità in quanto calore e umidità possono aumentare il rilascio della formaldeide dai mobili.

È importante limitare, dove possibile, l'impiego di materiali contenenti formaldeide (tappezzerie, moquette, mobili in truciolato ecc.), utilizzando prodotti a minor emissione che contengono resine fenoliche e non a base di urea-formaldeide.


Bibliografia:

https://www.epa.gov/formaldehyde/facts-about-formaldehyde#whatisformaldehyde

https://www.atsdr.cdc.gov/ToxProfiles/tp111.pdf

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1280402/pdf/ehp0113-001205.pdf

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_283_ulterioriallegati_ulterioreallegato_5_alleg.pdf

 

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