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Il Blog della Società Italiana di Tossicologia (SITOX) è dedicato sia ai Soci della Società che ai cittadini tutti, indipendentemente dal grado di competenza nelle materie tecnico-scientifiche. In questo blog si ritroveranno informazioni aggiornate, indipendenti e certificate relative a stili di vita, alimentazione, ambiente, ed impatto sulla salute della popolazione delle sostanze a cui è esposta.

Tutti i contenuti pubblicati sono frutto della collaborazione dei membri del gruppo Comunicazione della SITOX con Esperti selezionati in base alla tematica da affrontare.

24 giugno 2021 - Sicurezza degli alimenti, Ambiente e salute, Sostanze chimiche
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III Fitosanitari e residui negli alimenti: quali i rischi per la salute?

I residui di fitofarmaci sono le quantità misurabili di principi attivi e dei loro prodotti di trasformazione che possono permanere nell’ambiente ed essere quantificabili nei prodotti vegetali e negli alimenti da essi derivati.

I residui di fitosanitari devono essere comunque in quantità inferiori dei limiti previsti dalla legge comunitaria, cioè, per il principio di precauzione, molto al di sotto di quelli definiti già sicuri dai comitati scientifici internazionali.

 

Livelli massimi di residui di fitosanitari negli alimenti

I residui di fitofarmaci, quando misurabili, potenzialmente potrebbero rappresentare un rischio per la salute pubblica. Per tutelare al massimo i consumatori l'Unione Europea ha istituito un quadro legislativo completo, il Regolamento (CE) 396/2005, che disciplina la presenza di eventuali residui di fitosanitari nei prodotti alimentari e stabilisce norme legali sui livelli massimi di residui (LMR) di un fitofarmaco ammessi in un alimento, prodotto agricolo o mangime.

Sono stati stabiliti LMR per più di 500 pesticidi in oltre 370 prodotti alimentari. Per garantire che gli alimenti immessi sul mercato rispettino tali limiti, gli Stati membri dell'UE (oltre a Norvegia e Islanda) prelevano campioni di vari prodotti alimentari (sia prodotti agricoli ottenuti in Europa che prodotti importati da Paesi terzi), che sottopongono a test per verificarne l'eventuale presenza di residui. Tali dati vengono analizzati e pubblicati annualmente dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) per rendere nota la situazione complessiva dell’osservanza dei limiti nell'UE e dell'esposizione dei consumatori europei ad essi. In aggiunta l'EFSA formula raccomandazioni per i futuri programmi di monitoraggio.

I dati più recenti, raccolti nel 2019 e pubblicati ad aprile di quest’anno, evidenziano che oltre il 96% dei 96 300 campioni alimentari analizzati è risultato al di sotto del livello massimo di residui (LMR).  Di questi il 56,6% è risultato privo di tracce misurabili di fitosanitari, vale a dire al di sotto del limite di quantificazione1 (LOQ). Per quanto riguardo invece il sottoinsieme di oltre 12 mila campioni analizzato in base al programma di controllo coordinato dall'UE (EUCP), il 98% è risultato conforme, con il 53% degli alimenti privo di pesticidi e il 45% con residui entro i limiti. Solo il 2% era fuori legge, dei quali l'1% è stato sottoposto a misure legali.

 

Fitosanitari: valutazione del rischio cumulativo

Il regolamento UE sui livelli massimi di residui negli alimenti prevede che le decisioni relative a tali livelli debbano tenere conto degli effetti cumulativi dei fitofarmaci man mano che i metodi per valutare tali effetti si rendano disponibili.

L'EFSA ha sviluppato alcune metodologie per effettuare la valutazione del rischio cumulativo (CRA2, cumulative risk assessment) associato ai residui di fitosanitari negli alimenti.

Nell'ambito di tale programma l'EFSA ha effettuato due valutazioni pilota del rischio cumulativo da residui di fitofarmaci: una che considera gli effetti cronici sul sistema tiroideo e un'altra che esamina gli effetti acuti sul sistema nervoso.

Gli studi effettuati si sono basati su una metodologia appositamente studiata dagli esperti dell’EFSA per classificare i fitosanitari in “gruppi per la valutazione del rischio cumulativo” (CAG). Tale metodologia si basa sul presupposto che i fitofarmaci che provocano gli stessi effetti specifici, ben definiti in termini di luogo e natura, possono produrre tossicità congiunta e cumulativa, pur non avendo meccanismi di azione analoghi.

La conclusione generale per entrambe le valutazioni (tenendo conto dei margini di incertezza) è che il rischio per i consumatori derivante dall'esposizione cumulativa tramite la dieta è, con diversi gradi di certezza, inferiore alla soglia che fa scattare misure normative definite dai gestori del rischio della Commissione europea e degli Stati membri dell'UE.

Negli ultimi anni si è raggiunta una migliore comprensione dei rischi all’esposizione combinata a più sostanze chimiche. Ciò è stato possibile grazie alla raccolta dei dati scientifici pubblicati e allo sviluppo di strumenti atti ad un migliore connubio tra risultanze scientifiche e la gestione del rischio operata dalle autorità preposte alla regolamentazione.

In conclusione, è importante tenere conto di tutti i benefici di una dieta diversificata ed equilibrata, compreso un adeguato apporto giornaliero di frutta e verdura di buona qualità, piuttosto che preoccuparsi eccessivamente dei residui di fitosanitari presenti in tracce.

 

https://efsa.onlinelibrary.wiley.com

https://www.efsa.europa.eu/it

 

1 Il LOQ è la più piccola concentrazione di una sostanza che può essere quantificata con una precisione accettabile. Per la maggior parte dei fitosanitari il LOQ è compreso tra 0,01 mg/kg (equivale all’incirca a cinque cucchiaini di zucchero diluiti in una piscina olimpionica) e 0,05 mg/kg.

2 La valutazione cumulativa del rischio (CRA) è stata definita come l'analisi, la caratterizzazione e la possibile quantificazione dei rischi combinati per la salute o l'ambiente da più agenti o fattori di stress (US EPA, 2003).

 

 

 

 

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