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Il Blog della Società Italiana di Tossicologia (SITOX) è dedicato sia ai Soci della Società che ai cittadini tutti, indipendentemente dal grado di competenza nelle materie tecnico-scientifiche. In questo blog si ritroveranno informazioni aggiornate, indipendenti e certificate relative a stili di vita, alimentazione, ambiente, ed impatto sulla salute della popolazione delle sostanze a cui è esposta.

Tutti i contenuti pubblicati sono frutto della collaborazione dei membri del gruppo Comunicazione della SITOX con Esperti selezionati in base alla tematica da affrontare.

30 agosto 2022 - Ambiente e salute, Sostanze chimiche, Ricerca
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Microplastiche: cosa sono e quali effetti hanno sulla nostra salute.

Non ci sono dubbi che le materie plastiche ci semplificano la vita in vari modi. Tuttavia, se non smaltite e riciclate correttamente, possono finire nell’ambiente dove persistono per tempi estremamente lunghi e dove sotto l’azione di agenti esterni, possono trasformarsi in frammenti più piccoli, le cosiddette microplastiche. Da un punto di vista dimensionale le microplastiche sono particelle di plastica di dimensioni intermedie tra le macroplastiche (> 5 mm) e le nanoplastiche (< 1 µm).

 

Da dove provengono le microplastiche?

Le microplastiche, a seconda della loro origine, si dividono in primarie e secondarie. Quelle formate dalla degradazione delle macroplastiche rappresentano la maggior parte delle microplastiche presenti nell’ambiente e prendono il nome di microplastiche secondarie. Quest’ultime originano non solo dalla frammentazione dei rifiuti, ma possono derivare anche da fibre sintetiche provenienti da lavaggi in lavatrice e da frammenti di pneumatici.

Le microplastiche primarie invece sono prodotte intenzionalmente per applicazioni domestiche o industriali che sfruttano in particolare le loro proprietà abrasive. Ad esempio, vengono aggiunte a determinati prodotti come cosmetici, vernici o paste per lucidare oggetti. Esse rappresentano una componente minima della microplastica presente nell’ambiente.

 

Quali sono gli effetti delle microplastiche?

Negli ultimi anni, l’allarme per i possibili effetti delle microplastiche sugli organismi acquatici e terrestri è cresciuto rapidamente non solo nella comunità scientifica ma anche nell’opinione pubblica, spesso, a seguito di un’informazione non sempre controllata da parte dei media. In particolare, le questioni sollevate riguardano i rischi legati alla loro ubiquitarietà, il bioaccumulo, il trasferimento nella catena alimentare e l’eventuale rilascio di sostanze dannose all’interno dell’organismo.

È vero che le microplastiche sono oggi ubiquitarie sia negli ambienti antropizzati sia in quelli naturali, ma come abbiamo visto anche in altri post, l’ubiquitarietà di un agente contaminante nell’ambiente non determina obbligatoriamente l’esistenza di un rischio, in quanto, affinché quest’ultimo si manifesti l’agente contaminante devi produrre effetti nocivi ai livelli di esposizione ambientale.

Per quanto riguarda invece il bioaccumulo1 e il trasferimento nelle reti trofiche, non ci sono dubbi che le microplastiche vengono ingerite da organismi acquatici e terrestri, però non esiste alcuna evidenza che particelle di polimeri chimicamente inerti, di grandezza di alcuni millimetri o alcuni micron, possono attraversare le membrane cellulari e venire incorporate nei tessuti. È evidente quindi che non si può parlare di bioaccumulo o biomagnificazione2, ma di un attraversamento dei sistemi digestivi. Infatti, le microplastiche ingerite percorrono il tubo digerente e sono emesse con le feci.

Altri possibili problemi sono legati all’eventualità che sostanze contaminanti idrofobiche assorbite dalle particelle plastiche vengano rilasciate all’interno degli organismi viventi.  Modelli di stima del bioaccumulo indicano che la quantità di contaminanti introdotta tramite le microplastiche è nettamente inferiore a quella che può essere accumulata direttamente dall’ambiente.

In conclusione, allo stato attuale, come sottolineato anche in un importante documento europeo, non esiste un’evidenza di un possibile rischio da microplastiche. Tuttavia, esistono alcune carenze conoscitive e problemi da risolvere legati specialmente al campionamento e all’analisi.

Ancora tutto da studiare e approfondire è invece il rischio che si corre dal contatto con le nanoplastiche dove non è chiaro se esiste una soglia dimensionale al di sotto della quale possono attraversare le membrane cellulari e quali effetti possono avere una volta all’interno della cellula. Inoltre, attualmente per la nanoplastiche non esistono dei dati sulle concentrazioni ambientali e i metodi di misura sono ancora sperimentali.

 

https://echa.europa.eu/it/hot-topics/microplastics

https://sitox-site.s3.amazonaws.com/attachment/file/451/Vighi.pdf

Il miracolo scippato. Le quattro occasioni sprecate dalla scienza negli anni Sessanta, (M. Pivato), Donzelli 2011.

 

 

1 Il bioaccumulo è il processo attraverso cui sostanze tossiche si accumulano all'interno di un organismo. Il bioaccumulo è un fenomeno che si riscontra sia negli organismi più semplici, sia in quelli superiori.

2 La biomagnificazione consiste nell’accumulo crescente di una sostanza lungo la catena trofica attraverso la via alimentare. Per poter parlare di biomagnificazione è necessario che la concentrazione della sostanza all’interno del predatore sia maggiore rispetto a quella rilevabile nelle prede.

 

 

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